Fare esperienza diretta

21

Spesso ci capita di non sapere operare una scelta, di farci sopraffare dal dubbio, di aver paura di sbagliare, soprattutto quando sono in gioco aspetti importanti della nostra realtà. Spesso ci sentiamo sollevati nel chiedere pareri a persone amiche o a “specialisti”, cercando così di condividere la responsabilità della scelta o, più precisamente, le conseguenze della scelta se risultasse sbagliata.

 
Tipico della cultura della colpa supporre che vi sia una via “giusta” e una via “sbagliata”. Nella visione di un’unica realtà, vi sono solo opzioni che possono essere attivate per scelta, ognuna delle quali conduce a strade e percorsi diversi, le quali a loro volta propongono opzioni diverse.

 
Ipotizzare dove condurrà un percorso è impossibile per chiunque, poiché in ogni istante si riproporrà la scelta verso una opzione, in funzione della quale il percorso prenderà nuovamente una strada tra le mille possibili, in un continuum spazio-temporale senza fine.

 
Come procedere, dunque, quando ci troviamo di fronte a scelte importanti che la “vita” ci chiede se assecondare o rifiutare? Cogliamo l’opportunità o passiamo di mano? Seguiamo la direzione di ciò che abbiamo avanti a noi (è questo forse il significato di fluire nella realtà?) o scegliamo di non farlo (o è questo, negare il consueto per aderire al nuovo che si presenta?), o stiamo fermi in attesa, lasciando che la realtà si conformi per proprio conto (senza considerare che anch’essa è una scelta, forse ancora più articolata da comprendere)?

 
Per i sofisticati ricercatori del Sé la domanda potrebbe essere: la realtà che ho di fronte è riflesso del mio subconscio o del mio Sé? È espressione della malattia del mio passato che si propone attraverso il “me biologico” tentando di “prendere vita” nuovamente, o è la via di Luce creata dal mio Sé attraverso la quale, passo dopo passo, riuscirò ad uscire dalle tenebre delle memorie del passato, non più strumento di creazione di vita illusoria (nel senso di non mia, bensì di morti che tornano in vita scalzandomi dalla mia)?

 
È ovvio che non vi è risposta dall’esterno. Perché? Perché qualunque fosse, non sapremmo nuovamente se sarebbe la proiezione del nostro subconscio che avrebbe “sapientemente” scelto un proprio portavoce esterno per indicarci la “sua” strada, oppure se sarebbe finalmente “l’alfiere luminoso” scelto dal nostro Sé per indicarci la Via.

 
L’unica possibilità che probabilmente rimane è di FARE L’ESPERIENZA DIRETTA. Operare una scelta mantenendo la consapevolezza di ciò che essa rappresenta in termini assoluti e non specifici del contesto, ci consente di accettarne il risultato come parte di un naturale ed inevitabile processo. Un processo che, passo dopo passo, vita dopo vita, dimensione dopo dimensione, ci condurrà a diventare un “esperto”, ad aver affinato “sensi sempre superiori” coerenti al diverso livello di coscienza raggiunto.
È la possibilità di “essere presenti alla vita che si svolge” e che, indipendentemente dagli esiti, ci vedrà progredire ad ogni scelta, ad ogni passo, ad ogni vita, in ogni dimensione … sempre più presenti alla vita ….

 
FARE L’ESPERIENZA DIRETTA, liberi dal pensiero e dalla sensazione di poter “essere giudicati” e, di conseguenza, di poter “essere puniti”: memorie ereditate, che sono radicate profondamente nel DNA e che rappresentano la materia più nascosta di cui siamo costituiti. Liberi dal “senso di colpa” di non essere riusciti ad essere ciò che gli altri, proiettando su di noi il loro senso di mancata realizzazione, si aspettavano che diventassimo: cosa che non potrà mai accadere, in quanto diverremmo la copia di qualcun altro, perderemmo il contatto con noi stessi e, comunque, “deluderemo” inevitabilmente tutti gli altri …. un gioco al massacro in cui tutti perdono, delusi e delusori ……

 
Quindi, non vi è alcuna risposta da ricercare all’esterno di noi stessi su quale sia la “scelta giusta o migliore” a cui optare. L’unica certezza è che qualunque scelta faremo, per quanto detto, sarà PERFETTA NEL CONTESTO, a patto che successivamente non venga giudicata o, anche solo, valutata con il senno di poi …..
 

 

2013005